Che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli fosse nato per ospitare un museo lo racconta la storia. Lo rivelano le fondamenta che affondano sull’area di un’antica necropoli greca: quella di Santa Teresa. Che oggi sia uno dei più importanti siti culturali al mondo, aperto ai tanti turisti in visita a Napoli, lo svelano le collezioni e l’enorme mole di reperti antichi custoditi sotto le sue volte.
Il monumentale edificio che costeggia piazza Carlo III, fu costruito alla fine del Cinquecento, come caserma di cavalleria, su ordine del viceré di Spagna (di quel complesso oggi sopravvive solo il possente portale in piperno che si spalanca sul lato occidentale di via Santa Teresa). Nel corso del XVII secolo fu ampliato grazie all’opera dell’architetto Giulio Cesare Fontana, e trasformato in sede universitaria. L’Ateneo vi rimase fino al 1777: un secolo e mezzo, dunque. Fino a quando, cioè, re Ferdinando IV decise di traslocarlo negli spazi del Real Convitto del Salvatore, adibendo il seicentesco Palazzo degli Studi a sede del primo Museo Borbonico e della Real Biblioteca di Napoli.[charme-gallery]
Napoli, Capitale del Regno, al pari di tutte le altre capitali del Vecchio Continente, poteva così fregiarsi di un polo museale tutto suo. Riuscendo a fondere, in una sola struttura, un grandioso istituto per le arti, un complesso fondo librario, ed una ricchissima raccolta di antichità, appartenute, un tempo, ad Elisabetta Farnese (madre del capostipite della dinastia borbonica Carlo III), divise tra Roma e Capodimonte.
Via via, con il passare degli anni, nelle eleganti e monumentali sale del Museo Nazionale furono alloggiate anche le varie e numerose collezioni archeologiche ed i tanti reperti nel frattempo venuti alla luce durante le campagne di scavi archeologici che, a partire dal 1738, dopo la scoperta di Ercolano e Pompei, i Borbone avevano intrapreso nelle cittadine vesuviane sepolte dalla furia del Vesuvio: anfore, statue, sculture, gioielli, bronzi e affreschi rari.[charme-gallery]
Come se non bastasse, con il trascorrere del tempo, la perla dei Borbone ha saputo dotarsi anche di una ricca e rinomata collezione egizia che, per importanza, è ritenuta seconda in Italia solo al museo egizio di Torino. Ma altre sezioni del Museo brillano per la presenza di reperti privati acquisiti o donati alla città di Napoli nel corso della sua storia, come per esempio, le collezioni Borgia, Santangelo, Stevens e Spinelli. Questo senza dimenticare la nuovissima Stazione Neapolis, uno speciale ambiente ricavato nella stazione Museo della Metropolitana di Napoli, collegato proprio al sovrastante complesso del Museo archeologico. Ed a cui si può accedere gratuitamente. La “Stazione” espone tutti i reperti che sono stati riportati alla luce durante gli scavi della metropolitana.
Oggi, in pieno Terzo Millennio, il Museo Archeologico di Napoli può vantare il più grande patrimonio di numismatica, opere d’arte e manufatti di interesse archeologico del Belpaese. Oltre tremila gli oggetti di valore esposti nelle sue stanze. A migliaia i reperti databili dall’età preistorica fino ai tempi della Magna Grecia, pronti per essere offerti allo sguardo rapito di visitatori e turisti. Motivo in più per godersi un viaggio a ritroso nel tempo, lasciandosi trascinare dalla magia senza tempo dei tesori e dei musei di Napoli e della Campania.
Piazza Museo Nazionale, 19, 80135 – Napoli
Tel. +39.081.4422149
Orari:
Tutti i giorni: 9.00 – 19.30 (inizio operazioni di uscita: 19.00).
Riposo settimanale: martedì
Giorni di chiusura festiva: 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre
Costo del biglietto:
Intero: Є 8,00 con maggiorazioni in caso di mostre nazionali e internazionali)
Ridotto: Є 4,00 per i cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 24 anni, e per i docenti dell’Unione Europea
Gratuito: l’ingresso è gratuito per i cittadini dell’Unione Europea d’età inferiore ai 18 anni e superiore ai 65.
Biglietto cumulativo: Circuito Archeologico di Napoli e i Campi Flegrei: intero Є 8,50, ridotto Є 4,25, valido 3 giorni per 5 siti: Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Archeologico dei Campi Flegrei (Baia), Zona archeologica di Baia, Anfiteatro Flavio e Macellum a Pozzuoli, Parco archeologico di Cuma.
Il Museo rientra nel circuito Artecard della Campania