Antico borgo arroccato sulle montagne

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Lo si vede da lontano, arroccato su un pizzo di montagna di vedetta sulla piana di Caserta, il piccolo e antico borgo di Casertavecchia, il primo nucleo abitato della zona, la cui storia affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Per quanto le sue origini siano ancora incerte, è sicuro che ad esso faccia riferimento il monaco benedettino Erchemperto che, nei suoi scritti datati 861 A.D., parla di un nucleo abitato sulle montagne di “Casahirta”, dove casa sta per villaggio e hirta per erta, impervia, di difficile accesso. E, effettivamente, si accede alla cittadina da un’erta salita attraverso strade e vicoletti in pietra viva, che nascondono dimore e giardini perfettamente conservati. Grandi portoni si alternano a cancelli e a porte più piccine, pronti a svelare un angolo di tranquillità, dove i padroni di casa beatamente trascorrono le loro giornate in un’atmosfera sospesa nel tempo. L’architettura dell’intero borgo è arabo-normanna e risale all’epoca in cui Casertavecchia visse il suo periodo di massimo splendore: sotto il dominio di Riccardo I di Aversa, tra il 1100 e il 1129. [charme-gallery]Fu lui a far edificare la suprema cattedrale, completamente restaurata in seguito alla II Guerra Mondiale, ed il suo campanile che, vigile, sorveglia la città dall’alto. Oltre al suo indiscutibile valore architettonico, questo edificio è stato molto caro ai fedeli, fino al XIX secolo, per l’incredibile collezione di reliquie che custodiva: pezzetti di ossa o carne di numerosissimi santi, oltre ad un vaso d’alabastro, tenuto in particolare considerazione perché si credeva che fosse uno di quelli in cui Gesù avesse trasformato l’acqua in vino per le nozze di Canaan. Altro simbolo del borgo è l’antico castello con il suo grande mastio dalla base circolare in pietra – uno dei più grandi d’Europa – a cui si accedeva dal castello con un ponte levatoio aereo. I resti di questo antico maniero consentono tutt’oggi di individuare facilmente la cinta muraria con le sue torri ed il cortile interno. Sorti avverse toccarono a questa piccola cittadina di montagna, la cui fama a lungo rimase legata al seminario ed al vescovado, finché i Borboni non stabilirono a Caserta il centro delle loro attività. [charme-gallery]Passeggiando per le strade – tra vecchie insegne, piccoli bar eleganti e negozi di souvenir – sembra di vivere in un’altra dimensione: gli affanni della città sono lontani anni luce, la quiete regna indisturbata, insieme al rispetto assoluto per la natura e la storia millenaria del paese. A tavola, questo è il regno dei buongustai che, nei tanti ristoranti ambientati negli antichi edifici di pietra, possono gustare leccornie di tutti i generi, che solo a nominarle fan venire l’acquolina. Il belvedere, poi, offre una splendida vista della piana di Caserta, della magnificenza della Reggia e della città che si dipana ai suoi piedi.