Lo “struscio” a Napoli, tra chiese, vetrine chic e palazzi signorili

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Napoli, piazza dei Martiri

Da via Toledo, una volta giunti in piazza Trieste e Trento, a pochi passi dal Teatro San Carlo si dipana un’altra delle strade famose dello “struscio” partenopeo: via Chiaja. Siamo in pieno centro, a non molta distanza da quella che nei secoli della dominazione spagnola era la playa (la “spiaggia”) di Partenope.

Via Chiaja inizia di fronte al Palazzo Reale, a non molta distanza dalla monumentale chiesa di San Ferdinando. Praticamente a ridosso dello storico Gran Caffè Gambrinus, meta di letterati e centro di cultura da quasi un secolo, e termina in piazza dei Martiri, a pochi passi dai giardini della Riviera. Fu costruita seguendo l’alveo naturale di un antico fiume che, in epoca greco-romana, si snodava ai piedi del monte Echia e poi rifluiva nel non distante mare. Costituiva il collegamento costiero tra la parte Ovest della città e l’area dei Campi Flegrei.

Anche via Chiaja, come Toledo, ha il privilegio di costeggiare autentici pezzi di storia napoletana. E non solo quelli. E’ qui, infatti, che si trova la pizzeria Brandi, famosa per essere stato il luogo in cui, nel giugno del 1889, in onore della regina di casa Savoia, fu inventata la pizza Margherita. Ed è sempre qui che sono ubicate la cinquecentesca chiesa di Sant’Orsola, quella di Santa Caterina (XVII secolo), Palazzo Cellammare e il Teatro Sannazzaro. Fiore all’occhiello di Chiaja è senz’altro lo scenografico Ponte di Chiaja, con la sua ampia arcata, costruito nel 1636 per collegare la zona di alta Pizzofalcone con i Quartieri Spagnoli: una struttura in stile neoclassico che spicca per le sue varie decorazioni marmoree. La strada offre, inoltre, infinite e suggestive possibilità di shopping  terminando in piazza dei Martiri, autentico crocevia del lusso dal quale si può accedere direttamente ai giardinetti, oppure scendere per via Calabritto. Oppure, ancora, imboccare la sovrastante via Filangieri, immediatamente a destra di palazzo Cellammare.

In entrambi i casi, stiamo parlando di altre due mete privilegiate in fatto di “struscio” made in Partenope. Perché se è vero che via Calabritto misura poche decine di metri, è anche vero che è lungo questa arteria che si affacciano le vetrine delle maison di moda e delle gioiellerie più altisonanti e prestigiose di Napoli. Via Calabritto deve il suo nome alla presenza di un monumentale palazzo abitato, nel corso dei secoli, da personaggi illustri come Gioacchino Murat, i fratelli Florestano, Guglielmo Pepe ed i giuristi Alberto Marghieri e Bruno Gaeta (negli anni Ottanta c’era anche la sede del Napoli Calcio di Maradona).

Via Filangieri, con i suoi prolungamenti di via Vittoria Colonna (nella parte alta) e via dei Mille (così chiamata in onore della spedizione garibaldina), non è da meno. L’asse viario, che da piazza Santa Caterina conduce a piazza Amedeo, non può vantare la storia plurisecolare di Chiaja o di via Toledo, ma quanto a lusso ed eleganza, non ha nulla da invidiare alle “consorelle urbanistiche” di quello che viene considerato il quadrilatero napoletano dello shopping di classe. Il tracciato si snoda nel cuore del quartiere San Ferdinando, e offre colpi d’occhio sorprendenti, come le scenografiche rampe Brancaccio, numerose boutique di alta moda e la lunga serie di palazzi signorili di epoca moderna.

Via dei Mille e via Filangieri videro la luce tra la fine dell’800 e i primi del ’900, in concomitanza con la costruzione di alcuni edifici in stile liberty, alcuni dei quali firmati da architetti di grido come il piacentino Giulio Ulisse Arata. Tra questi meritano senz’altro di essere citati palazzo Mannajuolo e palazzo Leonetti, sede, rispettivamente, dei consolati britannico e spagnolo mentre, leggermente più a monte, svettano il settecentesco palazzo Carafa di Roccella, oggi sede del museo d’arte moderna Pan e il cinquecentesco Palazzo d’Avalos.

Da via dei Mille si stacca poi la traversa di via San Pasquale. A mano a mano che ci si inerpica verso l’alto, via Dei Mille cambia denominazione e si trasforma in via Vittoria Colonna, con, sulla destra, la seicentesca chiesa di Santa Teresa a Chiaja, famosa per la suggestiva e panoramica scalinata di Cosimo Fanzago e più avanti i palazzi in cui vissero il drammaturgo Edoardo Scarpetta e il politico Giustino Fortunato. Al termine della strada, si spalanca la scenografica Piazza Amedeo e, immediatamente a destra, i tornanti di via del Parco Margherita, sede della prima storica stazione della Funicolare di Napoli.