Fatti d’arme, assedi e fortilizi. Roccaforti di pietra, dimore reali, come il Maschio Angioino. E chi visita Napoli, non può mancare di ammirarlo. La storia di Napoli e quella dei suoi castelli parte da lontano. Fin da quando gli antichi sovrani di Partenope scelsero di albergare qui, ai piedi del Vesuvio. E fortificarono la città scelta come capitale del Regno con un solido sistema difensivo le cui fondamenta poggiavano sui resti di ville e caposaldi dell’antica Roma. A partire da Castel dell’Ovo, edificata sulle fondamenta di un’antica dimora patrizia. Fino alla più celebre delle rocche napoletane: il Maschio Angioino. “Castrum Novum”, come lo chiamarono in origine i sovrani di casa d’Angiò, per distinguerlo dai più antichi castelli dell’Ovo e Capuano, è immenso. Meraviglioso. Più di un maniero. Una vera e propria cittadella fortificata dove un tempo accadevano eventi straordinari: dallo storico rifiuto di un Pontefice, alla immediata acclamazione del suo successore, dalla sparizione di prigionieri, ad opera di un mostruoso coccodrillo, che si voleva fosse tenuto nascosto nella rada del maniero dalla regina Giovanna, all’uccisione di amanti popolani da parte della lussuriosa sovrana che li precipitava, attraverso una botola, nella misteriosa Fossa del Miglio.[charme-gallery]
Castel Nuovo, popolarmente indicato come Maschio Angioino, rappresenta oggi uno dei simboli riconosciuti di Napoli nel mondo, visto che gran parte della storia partenopea si intreccia con le vicende della fortezza. Edificato nel 1279 per volere di Carlo I d’Angiò, fu residenza reale della casata transalpina e sede di una corte dall’intensa attività politica e culturale.
Nel 1294 la Sala Maiordella della rocca fu lo scenario prima di un gran rifiuto – per dirla alla Dante – quando il 13 dicembre papa Celestino V abdicò al soglio pontificio. Poi della celebrazione di un nuovo pontefice: Bonifacio VIII. Anche gli Aragonesi, successori degli Angioini, fecero del “Maschio” la sede politica e culturale della loro potenza. Anzi, i nuovi re di Napoli presero possesso del regno proprio con la conquista della fortezza, celebrata con il maestoso arco trionfale in marmo che ne incorona l’ingresso, e nelle cui volte si rievoca, in un gioco di bassorilievi e sculture, il momento in cui Alfonso il Magnanimo (il 12 giugno del 1442) riuscì a espugnare il castello.
Nella “sala dei Baroni”, nel 1486, si svolse l’epilogo della famosa congiura dei baroni, ordita contro re Ferdinando I, figlio di Alfonso, da numerosi nobili del Regno, capitanati da Antonello II di Sanseverino, principe di Salerno, e da Francesco Coppola, conte di Sarno. Subodorato l’inganno, il sovrano li invitò tutti nella sala col pretesto di siglare la pace con un banchetto di nozze. I baroni accorsero in massa, ma il re, dopo aver ordinato ai suoi soldati di sbarrare le porte della sala, li fece arrestare tutti, condannando poi molti di loro, fra cui Coppola e i figli, alla pena capitale.[charme-gallery]
Castel Nuovo, nel corso della sua plurisecolare storia, è stato utilizzato più volte come residenza per ospitare personaggi famosi recatisi in viaggio a Napoli, ospiti della corte reale oppure in visita ufficiale alla città. Tra questi si annoverano personalità del calibro di Giovanni Boccaccio, Giotto (che lasciò tracce della sua presenza nel ciclo pittorico, in gran parte oggi perduto, della Cappella Palatina) e Francesco Petrarca.
Smessa da tempo la funzione di “centrale operativa”, attualmente il Maschio Angioino, con le sue possenti torri, viene destinato a un uso culturale ed è, tra l’altro, sede del Museo Civico di Castelnuovo. L’itinerario museale si articola tra la Sala dell’Armeria, la Cappella Palatina (detta anche di Santa Barbara), il primo ed il secondo piano della cortina meridionale a cui vanno aggiunte la Sala Carlo V el a Sala della Loggia destinate ad ospitare mostre ed iniziative culturali.
Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino)
Piazza Municipio – Napoli
orari: dal lunedì al sabato 9.00 – 19.00
ticket: euro 5.00 da 18 a 60 anni, gratuito per gli altri[charme-gallery]