Smeraldi, rubini e diamanti. Ma anche documenti antichi, ricami, dipinti. Un luogo straripante di gioie, monili, collane e perle: tutte opere dell’artigianato religioso in mostra permanente al Museo del Tesoro di San Gennaro, il santo patrono di Napoli. Un museo a due passi dal Duomo di Napoli riempito con il ricavato di sette secoli di donazioni cristiane. Sette secoli, settecento anni di ex voto, doni e regali fatti da migliaia di fedeli che formano un tesoro più grande di quello della Corona di Inghilterra.
Benvenuti nel Museo del Tesoro di San Gennaro, l’unico edificio sulla faccia della terra in cui si conservano straordinarie opere del genio umano: calici, mitre, busti, collane, crocifissi, sculture. “Pezzi” superiori, sia in quantità che in qualità (secondo qualcuno) addirittura al tesoro d’Inghilterra ed a quello degli zar di Russia. Una collezione ricchissima, composta di autentici capolavori, tutti di incalcolabile valore, dedicati al culto del Patrono di Napoli.[charme-gallery]
La storia insegna che nei secoli del Medio Evo, era al poeta Virgilio che i napoletani si rivolgevano per ottenere grazie, protezioni e interventi soprannaturali. Gennaro, vescovo di Benevento, decapitato a Pozzuoli durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, in quegli anni, era a malapena conosciuto. Il suo corpo, seppellito nelle catacombe di Capodimonte, era affidato alla venerazione di pochi impauriti cristiani. Successivamente, con il passare degli anni e il radicamento del Cristianesimo, la fama del Vescovo Santo iniziò a uscire dall’oscurità diffondendosi, ben presto, in ogni angolo della capitale.
Gennaro fu traslato nella cattedrale di Napoli alla fine del XVI secolo quando ormai il suo culto aveva già preso piede in città, arrivando a scalzare, sia pure lentamente, i riti pagani legati al cantore dell’Eneide.
Fu Carlo II d’Angiò a disporre, per primo, che fosse realizzato un busto in oro e argento destinato a custodire le ossa della testa del Santo. E fu un altro erede di casa d’Angiò, Roberto a volere una teca speciale, fatta d’argento, in cui conservare le ampolline con il sangue di Gennaro, quel sangue che per miracolo si liquefa tre volte l’anno. Due opere preziose che segnarono, di fatto, il nucleo primogenito dello straordinario tesoro, andato, via via arricchendosi, nel corso dei secoli, con le centinaia e centinaia di donazioni di sovrani, Papi, signorotti, uomini famosi, pellegrini e gente comune.[charme-gallery]
Migliaia e migliaia di doni in un primo momento custoditi nella Real Cappella ma, una volta cresciuti a dismisura, trasferiti in un apposito edificio–museo ricavato proprio di fianco al Duomo, dove oggi sono esposti alla devozione dei fedeli e alla curiosità dei turisti.
Un tesoro immenso, dunque. Testimonianza vivente della fede nel Patrono di tutti i napoletani. Assolutamente da vedere assieme alla vicina Real Cappella, per non perdersi, ad esempio, lo sfavillante spettacolo del calice in oro zecchino lavorato a mano, donato a San Gennaro da papa Pio IX, esule a Napoli (ospite di re Ferdinando) nel 1849, durante i moti mazziniani e la favolosa mitra per il busto, composta in oro e argento dorato e tempestata da migliaia di pietre preziose, dono della Deputazione, del popolo e di re Carlo III di Borbone a San Gennaro. Solo un assaggio dell’incredibile ricchezza di cui è dotato il più santo e prezioso di tutti i tesori.
Museo del Tesoro di San Gennaro
aperto tutti i giorni dalle 9,00 alle 17,30
Via Duomo,149 – Napoli
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI TEL. 081.294980 081.3442286