Torna il Napoli Teatro Festival: 60 spettacoli dal 3 al 28 giugno

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Torna, per l’ottava edizione, il Napoli Teatro Festival dal 3 al 28 giugno e bastano i numeri a farne capire la rilevanza: 60 spettacoli, di cui 30 prime nazionali, 10 lavori stranieri, 6 di danza, 30 appuntamenti con giovani compagnie del programma Fringe, che coinvolgeranno otto teatri più la Mostra d’Oltremare e, come luogo principale, Castel Sant’Elmo, tutto con quattro milioni di euro di budget. Il cartellone lo hanno presentato a Roma l’assessore alla Cultura della Regione Campania Caterina Miraglia e il presidente della Fondazione Campania Festival Luigi Grispello. L’apertura della manifestazione è affidata il 3 e 4 giugno alla danza francese con “La doucer perméable de la rose” su coreografie di Paco Decina e “Sudori freddi” di Giancarlo Sepe ispirato ai personaggi de “La donna che visse due volte” di Hitchcock, “storia criminale di un delitto, i cui segreti sono svelati a metà dello spettacolo (e del film) per concentrare l’attenzione sulla parte sentimentale, su ossessioni e delirio di una persona abbandonata dall’oggetto del suo amore”, come ha spiegato l’autore e regista. La chiusura il 27 e 28 giugno è invece affidata, oltre che a “Il metodo” ad un’opera di Jordi Galceran con regia di Lorenzo Lavia, a un appuntamento assolutamente napoletano di cui è garanzia uno scrittore quale Maurizio De Giovanni, un cui racconto è portato in scena da Andrea Renzi, attore e regista.

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Grispello si è detto particolarmente orgoglioso di tre spettacoli, “La bottega del caffé” di Goldoni nella rilettura di Maurizio Scaparro con Pino Micol, in anteprima a Napoli e solo dopo all’Expò di Milano e poi a Piccolo (prima produzione del nuovo Teatro Nazionale della Toscana); la spettacolare, grandiosa performance multidisciplinare e multimediale “Afrodita y el juicio de Paris” ispirata alla mitologia del pomo della discordia, la mela per la più bella con Paride a far da giudice, del celebre e provocatorio gruppo catalano La Fura dels Baus; l’appuntamento con due coreografie di danza moderna, ma ballata sulle punte, del teatrale Ballet Black inglese.

A questo, non potendo citare tutto, si aggiungono “Malacqua” di Armando Pugliese dal bel romanzo di suo fratello Nicola; “Il bugiardo” di Goldoni nella rivisitazione di Alfredo Arias con Geppy Gleijeses; “La riunificazione delle due Coree”, storia d’amore in cui le Coree sono una metafora dell’impossibilità di trovarsi, di Joel Pommerat con regia di Alfonso Postiglione; “Crave” di Sarah Kane con regia di Pierpaolo Sepe; “Pre Amleto” di Michele Santeramo e regia di Veronica Cruciani, ambientato nella reggia di Danimarca mentre il re è ancora vivo e la regina non è ancora andata a letto con suo fratello; “Chiudi gli occhi” di e con Patrizia zappa Mulas e la regia di Giorgio Marini sulla condizione della donna in Iran; “Euridice e Orfeo” nella riscrittura intensa e poetica di Valeria Parrella per il marito regista Davide Iodice; due spettacoli della Compagnia Anagoor, nata a Castelfranco Veneto 15 anni fa, con regia di Simone Derai, che indagano i temi cari a questo gruppo, quella della violenza e del massacro di gente inerme con l’olocausto quale momento centrale e estremo, con “L.I. lingua Imperii” e la funzione della cultura e della memoria, dell’arte in confronto al potere, in “Virgilio brucia”; dalla lirica arrivano poi il regista Riccardo Canessa e la soprano Raina Kabaivanska per “Villa Rhabani” di Thornton Wilder ambientato in una Capri anni ’20. Questo senza dimenticare i 30 appuntamenti della sezione Fringe, giovani compagnie selezionate da un’apposita giuria di critici e gente di spettacolo, che riservano molte sorprese, con freschezza e invenzione, e il programma di letture su Napoli all’ora del tramonto a Castel Sant’Elmo con molti testi inediti appositamente scritti.

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