Per soddisfare la crescente richiesta di accesso al Palazzo delle Arti che attualmente ospita alcune delle opere di Steve McCurry, sono state programmate delle aperture straordinarie per venire incontro alle esigenze dei visitatori. Vediamo quando e in quali orari.
Apertura straordinaria fino alle 19.30 nelle seguenti domeniche:
20 e 27 novembre, 4, 11 e 18 dicembre
Apertura straordinaria fino alle 19.30 nei giorni:
8 e 26 dicembre 2016; 6 gennaio 2017.
Apertura straordinaria fino alle 15,50 nei giorni:
24 e 31 dicembre
Apertura straordinaria fino alle 14,50 il:
25 dicembre
Apertura straordinaria dalle 15,00 alle 19,30 il:
1° gennaio 2017
Steve McCurry è uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea ed è un punto di riferimento per molti, soprattutto giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo. In ogni suo scatto è racchiuso un complesso universo di esperienze e di emozioni e molte delle sue immagini sono conosciute in tutto il mondo.
La nuova rassegna allestita nel Palazzo delle Arti di Napoli, oltre a presentare il nucleo essenziale delle sue fotografie più famose insieme ad alcuni lavori più recenti e ad altre foto non ancora pubblicate nei suoi numerosi libri, mette in particolare evidenza la sua attività di fotografo, impegnato “senza confini” nei luoghi del mondo dove si accendono i conflitti e si concentra la sofferenza di popolazioni costrette a fuggire dalle proprie terre. Il tema è purtroppo di grande attualità e Steve McCurry lo ha documentato fin dalla fine degli anni ’70.
Il percorso di visita si apre infatti con una sezione di foto in bianco e nero, scattate da Steve McCurry tra il 1979 e il 1980 nella sua prima missione in Afghanistan, dove era entrato insieme ai mujaheddin che combattevano contro l’invasione sovietica.
In quel paese è tornato numerose volte e da quel paese veniva la ragazza che ha fotografato nel campo profughi pakistano di Peshawar, diventata ormai una icona assoluta della fotografia mondiale, ma anche un simbolo della speranza di pace che sembra impossibile in un mondo agitato da guerre ed esodi di massa. Il suo ritratto più famoso è esposto insieme ad altri due scatti, uno dei quali realizzato da McCurry a distanza di 17 anni, dopo averla finalmente ritrovata, al termine di una lunga ricerca.
Nei luoghi del mondo dove la vita è spesso più difficile, l’obiettivo di Steve McCurry ha saputo raccogliere immagini di grande poesia, ma ha saputo documentare anche le atrocità della guerra e della violenza di cui, purtroppo, l’umanità sa rendersi protagonista, dalle Torri gemelle alla guerra del Golfo, dal conflitto in Afghanistan al Giappone dopo lo tsunami, dai bambini soldato al dolore degli ospedali, immagini dure, che svelano un inconsueto McCurry.