Un dialogo celeste. Nel segno dell’Onnipotente. E dell’arte, s’intende. Due grandi angeli dipinti dal modenese Giacomo Zoboli tra il 1742 e il 1748 come cartoni per i mosaici della cappella di Santa Maria della Colonna, una delle sette privilegiate della Basilica romana di San Pietro, stanno per fare il loro ingresso negli spazi della reggia di Caserta. Gli angeli dialogheranno, muti, con quelli in marmo e stucco che ornano la Cappella Palatina, uno degli ambienti più straordinari del palazzo voluto da re Carlo di Borbone, progettato e realizzato, per la maggior parte dall’architetto Luigi Vanvitelli alla metà degli anni cinquanta del secolo XVIII. Il dialogo muto andrà…in scena a partire dal prossimo 3 luglio quando, nel capoluogo di Terra di Lavoro sarà inaugurata la mostra “Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi angeli”, organizzata dalla Soprintendenza Bapsae di Caserta e Benevento diretta da Paola Raffaella David in collaborazione con il Centro Europeo per il Turismo e Cultura presieduto da Giuseppe Lepore e grazie alla sensibile disponibilità del presidente della Fabbrica di San Pietro in Vaticano Cardinale Angelo Comastri.[charme-gallery] “L’evento – spiegala Soprintendenza- si pone come momento di condivisione nella consapevolezza dello straordinario ruolo che il complesso vanvitelliano svolge per il territorio e nella convinzione che sia sempre possibile un dialogo produttivo tra enti impegnati per la valorizzazione di uno stesso contesto ambientale”. Fu proprio Vanvitelli (che all’epoca di Zoboli era architetto della Fabbrica di San Pietro, e in gioventù si era impegnato come cartonista al Vaticano), a collaudare, in una fase intermedia, il 22 settembre del 1747, il lavoro dell’artista modenese per la cappella di Santa Maria della Colonna. La mostra allestita nelle stanze della “Versailles italiana” mette, per la prima volta, in stretta connessione, attraverso la figura di Vanvitelli, una delle sedi più prestigiose del potere dinastico e temporale, quella appunto di Terra di Lavoro, con la storica sede della Chiesa Cattolica. La kermesse sarà anche l’occasione per esporre numerosi e preziosissimi paramenti sacri custoditi nella Reggia di Caserta, pianete e dalmatiche in dotazione alla Cappella Palatina o probabilmente provenienti dalle residenze reali del territorio come San Leucio e Carditello, riaprendo al pubblico il piccolo Museo degli Argenti annesso alla Cappella Palatina, nonché il loggiato al primo piano e la tribuna reale. Nel corso della preparazione della mostra ci sono state due scoperte sensazionali.[charme-gallery] La prima, un quadro raffigurante i lavori in corso nella cava di Castronovo di Sicilia che fornì una serie di colonne per la Cappella Palatina. Si tratta di un dipinto inedito realizzato da un artista che si ritiene molto vicino al pittore e scenografo Antonio Joli (Modena, 1700 – Napoli, 29 aprile 1777), esponente del Vedutismo ed autore di numerosi capolavori oggi custoditi nei musei di mezzo mondo; ritrovata in condizioni di grave degrado in uno dei depositi della Reggia, l’opera è stata sottoposta a restauro nel laboratorio della Soprintendenza. Nello stesso laboratorio, inoltre, era depositata una testa di putto in marmo bianco di Carrara, rinvenuta nella canna fumaria di uno dei camini; la scultura sembra molto vicina a quelle presenti nella Cappella ed è ipotizzabile che possa trattarsi dell’originaria testa di uno dei due putti del Portale d’accesso, realizzati da Gaetano Salomone, reso acefalo dopo il bombardamento del settembre del 1943.