(segue da seconda parte).. Nello stesso emozionante scenario della Costiera Amalfitana, troneggia un’altra leggenda di roccia: quella legata ai “Due Fratelli”. Si tratta di due grossi scogli che sorgono proprio di fronte alla spiaggia di Vietri. Sono due, come le storie che li avvolgono. La prima ci riporta al solito, furioso assalto dei navigli saraceni che cinsero d’assedio Salerno. Non riuscendo, però, nessuno dei pretendenti ad avere la meglio sull’altro, i rispettivi re, il conte Umfredo dei Landolfi per i salernitani e il principe Rajan per i saraceni, decisero di affidare le sorti dello scontro a un duello tra i loro più valorosi cavalieri. Ebbe così inizio un furibondo combattimento tra i due guerrieri che si protrasse a lungo e che vide i due spingersi ben oltre le mura di Salerno, fino a raggiungere la poco distante cittadina di Vietri. Qui, quando ormai si era fatta sera, giunti allo stremo delle forze, il cristiano e il saraceno si appoggiarono esausti a due scogli. E proprio in quell’istante il mare li inghiottì. Prima di sparire, tuttavia, gli sfidanti fecero in tempo a notare che i loro stemmi erano identici. Un fatto che fece loro capire di essere germani e che indusse la popolazione locale, in ricordo dei due, a battezzare quegli scogli con il nome de “I Due Fratelli”.[charme-gallery] La seconda leggenda, più diffusa, ma anche più sentita a livello locale, narra invece la storia di due giovani pastori che, giunti sulla spiaggia di Vietri, si accorsero di una ragazza che dormiva in mezzo al mare. Preoccupati per la sua sorte, anche perché nel frattempo era scoppiato un violento temporale, i due decisero di tuffarsi in acqua nel tentativo di soccorrerla, seguiti da tutte le pecore. Non sapevano che si trattava della figlia di Nettuno. Purtroppo per loro, il tentativo risultò vano e i pastori morirono annegati insieme con tutto il gregge. Commosso dal gesto coraggioso dei ragazzi, il dio del mare decise di trasformarli in due grandi scogli, per l’appunto “I Due Fratelli”, circondandoli, poi, di rocce più piccole a ricordo delle pecorelle che ne avevano condiviso il tragico destino.[charme-gallery] Di leggenda è circondato anche il piccolo arcipelago de Li Galli, nel territorio comunale di Positano, pochi chilometri a sud della Costa di Sorrento. Si tratta di tre isolotti: il Gallo Lungo (che è anche il più grande del lotto), La Rotonda e quello Dei Briganti (o la Castelluccia), che sono parte integrante dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Secondo la mitologia, fu qui che trovarono rifugio Partenope, Leucosia e Ligia, le mitiche sirene che invano avevano tentato di ammaliare Ulisse con il loro canto seducente. La tradizione, contrariamente a quanto si pensa, ce le consegna con un corpo metà di donna e metà di uccello. Insomma: erano pennute. Da qui l’accostamento alla gallina (o al gallo). E quindi l’origine stessa del nome “Li Galli”, teatro, nell’antichità, di paurosi naufragi. Massalubrense non è lontana dal “rifugio” delle sirene. (seguirà parte quarta)