Ci sono percorsi che andrebbero fatti a piedi. Anche se la strada è in salita. A piedi, esatto. Perché solo lontani dal volante e con le scarpe ben salde sul selciato è possibile assaporare tutte le “meraviglie” che Napoli offre: panorami da mille e una notte, monumenti di struggente bellezza, gallerie museali cariche di preziosi, palazzi grondanti storia. Non ci credete? Allora significa che non vi siete mai goduti il classico “grand tour” che dai vicoli dei Decumani, passando per piazza Municipio, la Riviera di Chiaja e il Museo Nazionale, vi conduce dritti dritti sulle balze della Collina del Vomero, in un misto tra storia e shopping. E allora forza, armi e bagagli: si parte! Benvenuti nell’itinerario proposto da “Charme” . In totale sono ben cinque tour!! Questo è il quinto ed ultimo percorso della promenade guidata che vi suggeriamo di fare. Questa volta sarete in giro per la collina del Vomero, colei che dall’alto, sorveglia da sempre la città.
Vomero, Castel Sant’Elmo e San Martino
Ciò che balza agli occhi è la visuale della roccaforte dorata che domina la città: Castel Sant’Elmo, l’edificio voluto da don Pedro de Toledo come baluardo difensivo posto sulla collina di Napoli, realizzato nella massa tufacea dove già in epoca normanna sorgeva un torrione detto Belforte. All’ombra del maniero è acciambellato il pacifico quartiere di San Martino, con la sua omonima e imponente certosa, sede di un ricco museo in cui è possibile ammirare il preziosissimo Presepe Cuciniello. Il tutto incastonato in un intrigo di stradine e viuzze che conservano i più begli esempi di costruzioni Liberty di Napoli.
Come raggiungere questa autentica meraviglia della collina? Due le opzioni, ovviamente pedonali, per chi avesse ancora voglia di camminare (sennò vanno benissimo le tre funicolari). La prima: si sale attraverso le caratteristiche rampe in piperno del Petraio, imboccandole da Corso Vittorio Emanuele, nei pressi del Complesso monastico di Suor Orsola Benincasa. Oppure ci si arrampica sui 414 gradini della Salita della Pedamentina, una lunga scalinata scavata nel tufo che porta, dritta dritta, nel ventre di Napoli collegando il quartiere Vomero con il rione Montesanto, giù, nel cuore della Pignasecca, il gran bazar napoletano dove ancora riecheggiano le voci del mercato popolare.
Ma è su, in collina, che attendono altre favolose “chicche” da mangiare con gli occhi e uno dei luoghi della città dove lo shopping è un must: i lussureggianti giardini della Villa Floridiana, un tempo dimora reale dei Borbone, oggi sede del Museo nazionale della ceramica Duca di Martina; la suggestione e il fascino della cinquecentesca San Gennariello al Vomero, piccola chiesa di via Cifariello conosciuta anche come “la piccola Pompei”, per la lunga tradizione di culto della Madonna di Pompei. Un luogo santo in cui si custodiscono antichi tesori come le tele di Stefano Macario e i bassorilievi di marmo che mostrano il martirio di San Gennaro. E ancora: le bellezze panoramiche di via Aniello Falcone; l’eleganza della passeggiata pedonale di via Scarlatti; le simmetrie geometriche di piazza Vanvitelli e piazzetta Fuga; la storia che, oggi come settant’anni fa, promana da “piazza Quattro Giornate”, l’ex piazza Mascagni così ridenominata dall’insurrezione che si svolse a Napoli tra il 27 e il 30 settembre 1943 contro l’occupazione tedesca.
Qualora non lo si fosse ancora capito, a Napoli c’è veramente solo l’imbarazzo della scelta. Non ci si può perdere una lunga passeggiata per queste strade. Con un occhio sempre pronto alle meraviglie. Provare per credere. Buon percorso a tutti. Nella storia, nella tradizione, nel gusto.