Confini più ampi per il parco archeologico di Ercolano dove, nel corso dei secoli, solo una parte dei ruderi dell’antica colonia fondata da Ercole è stata riportata alla luce (il resto continua a dormire sotto un fitto strato di lava). Lo prevede un accordo firmato con la “Fondazione Istituto Packard per i Beni Culturali” da ministero dei Beni Culturali e Turismo, ministero per la Coesione Territoriale e il Comune della cittadina vesuviana.
L’accordo raggiunto, spiegano dal ministero guidato da Massimo Bray, prevede l’ampliamento del parco archeologico ercolanese attraverso l’acquisizione di un’area di 5.171 metri quadri posta a nord ovest degli scavi della cittadina romana distrutta dall’eruzione del 79 d.C., la demolizione di alcuni immobili fatiscenti, con la relativa recinzione delle superfici e messa in sicurezza della zona e la riqualificazione, a cura del Comune ercolanese, dello spazio compreso tra Via Cortili e Via Mare posto al confine nord ovest del sito archeologico. Questo significa che ben presto ci sarà un nuovo e più cospicuo “spicchio” di territorio da scavare per riportare in superficie i tesori sepolti dell’antica Herculaneum.
Le parti, prosegue il Mibact, ”si impegnano ad attuare i contenuti dell’accordo secondo il principio di leale collaborazione utilizzando strumenti di semplificazione amministrativa e di snellimento dei procedimenti di decisione e di controllo e a procedere periodicamente alla verifica dello stato di attuazione dell’accordo, adottando d’intesa gli eventuali aggiornamenti. Si precisa inoltre la volontà di realizzare gli obiettivi del presente accordo, favorendo anche il coinvolgimento di soggetti pubblici o privati e informando e coinvolgendo la comunità locale, affinché possa partecipare all’iniziativa con propri contributi e suggerimenti”.