Si può resistere a tutto, eccetto che alla tentazioni diceva il poeta Oscar Wilde.
E quale richiamo più irresistibile se non quelle del “walking tour” promosso dalla neonata associazione culturale Curiocity dall’accattivante nome di “Dolci tentazioni in monastero”?
L’evento previsto a Napoli per domenica 25 maggio alle ore 10.30, propone ai visitatori un vero e proprio viaggio attraverso quelle che sono le indiscusse prelibatezze della cucina partenopea, spesso nate proprio all’interno dei principali luoghi di culto dell’antica capitale del Regno delle Due Sicilie, città in cui dame e religiose hanno sfornato, nel corso dei secoli, i più succulenti manicaretti.
Ma andiamo con ordine e lasciamoci trasportare dall’odorino inebriante dei golosi dolci che si spande tra le vie della città e ci accompagna in questo percorso molto speciale, scandito da ghiotte degustazioni.
Partiamo dalla Chiesa di Santa Maria Regina Coeli ,in vico San Gaudioso a Napoli, che rappresenta a tutti gli effetti un importante esempio di arte rinascimentale e barocca. Prima di entrare all’interno dell’edificio e ammirare il meraviglioso complesso religioso, bisogna alzare gli occhi e guardare con attenzione i tre rosoni che dominano la facciata dell’edifico: vi sono raffigurate le quindici erbe che le monache usavano per l’insalata. Ma non è finita qui perché udite, udite, è qui, secondo la tradizione, che ha visto i natali uno dei più celebri dolci della tradizione napoletana: l’ineguagliabile sfogliatella.
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Sì, stiamo parlando proprio della mitica sfogliatella napoletana. La frolla, quella a pasta liscia, che all’epoca veniva confezionata in formato gigante e per questo veniva chiamata sfogliatona. E la riccia, perché sempre di sfogliatelle parliamo. Ma questa volta occorre spostarsi sotto il famoso arco di Port’Alba, più precisamente nel Monastero di S. Antonio delle Monache dove nel XVI secolo venivano confezionate alcune tra le più buone sfogliatelle riccie della città con metodi davvero particolari.
Si narra infatti che all’interno del convento veniva utilizzata una tecnica per l’impasto molto originale che veniva affidato al…fondo schiena delle suore più anziane! A dare il ritmo erano le lodi a Sant’Antonio, intonate dalle monache più giovani. Al termine di ogni quartina la coriste si fermavano e le suore addette all’impasto si sedevano sul bancone di marmo dove era poggiata la pasta e oscillando davano “l’impronta” al dolce. E così via fino al completamento dell’opera.
Ma proseguiamo il nostro tour gastronomico con la prossima tappa che ci porta nel cuore dei Decumani, nel suggestivo e austero monastero di Santa Chiara dove la leggenda vuole che anche in periodo di Quaresima le clarisse riuscissero, grazie a un escamotage, a consumare il sanguinaccio, sostituendolo con il cioccolato. Lo stesso ingrediente con cui le religiose presero poi a ricoprire i mostaccioli, i tipici dolci del Natale.
Chiudiamo infine l’itinerario “made in Partenope” con la chiesa di San Gregorio Armeno, epicentro universale della raffinata arte presepiale, dove mosse i suoi primi passi niente poco di meno che sua maestà la pastiera. Lì nella serenità e nella pace del convento, le suore preparavano un gran numero del tipico dolce del periodo pasquale e ne producevano tanti soprattutto per le mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia cinquecentesca.
Dolci tentazioni…in monastero
Domenica 25 maggio, 10.30-Napoli
Info e prenotazioni obbligatorie al:
3334256705 / 3288447450
curiocitytour@libero.it
www.curiocitynapoli.it – facebook: Curiocity Napoli