Il Teatro Grande di Pompei riapre i battenti. A quattro anni di distanza dal sequestro, la plurisecolare struttura strappata alle ceneri del Vesuvio torna dunque ad essere nuovamente fruibile. L’appuntamento è per il il 27 ed il 28 giugno 2014, con la messa in scena dell’Orestea di Eschilo. La straordinaria trilogia greca, infatti, sarà protagonista dello spettacolo voluto dall’Istituto nazionale dramma antico (Inda) che, per celebrare i suoi cento anni di vita, presenterà, per la prima volta, i suoi spettacoli nel sito archeologico di Pompei scegliendo come location proprio il Teatro Grande.
La riapertura del sito, evento speciale che rientra nel programma del Forum Universale delle Culture (siti Unesco) sarà annunciata lunedì prossimo (23 giugno), a Pompei, nel corso di una conferenza in programma nella zona del Foro triangolare. Interverranno: il Soprintendente di Pompei Ercolano e Stabia, Massimo Osanna, il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, l’assessore alla Promozione Culturale e musei della Regione Campania Caterina Miraglia, l’assessore al Turismo e beni culturali della Regione Campania Pasquale Sommese, il presidente della Scabec Maurizio Di Stefano e il sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano.
La riapertura del Teatro Grande degli scavi di Pompei è stata resa possibile dal dissequestro della struttura, disposto dalla Procura di Torre Annunziata. L’area, infatti, era stata oggetto di un’inchiesta sui lavori di restauro eseguiti durante il periodo di commissariamento del sito archeologico. Con il rinvio a giudizio di tutti gli indagati, si è potuto infatti procedere alla riapertura del sito.
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Il Teatro Grande, in epoca romana, era il luogo in cui venivano rappresentate commedie, mimi e pantomimi, oltre che le atellane. A quanto pare la prima pietra dell’impianto fu gettata in età sannitica. La struttura fu completamente rifatta nel II secolo a.C. e più volte restaurata nel secolo successivo. In piena età augustea, grazie al contributo della gens Holconia, una delle famiglie più importanti di Pompei, fu completamente rimesso a nuovo. L’intervento di restyling è ricordato con una targa sopravvissuta alla furia dell’eruzione, che riporta la scritta: “Marcus Holconius Rufus e Marcus Holconius Celer ricostruirono a proprie spese il sottopassaggio coperto, i palchetti e tutta la gradinata“.
Il teatro fu edificato sulle pendici di una collina e si trova a un tiro di schioppo dal Tempio Dorico. Ha una forma a ferro di cavallo, e si distingue dal tradizionale modello romano ad emiciclo. Poteva accogliere circa cinquemila spettatori.