A dispetto dell’accezione quasi “macabra” di cui l’avvolse in età imperiale lo storico latino Plinio il Vecchio, definendola mala orcula, in quanto prodotta intorno all’Orco (ossia al mondo degli Inferi), è da secoli il simbolo della genuinità e della fertilità della Campania felix. Rossa, croccante e profumata abbina alla sua beltà “esteriore” le straordinarie virtù “terapeutiche” che ne fanno da sempre la “medicina” prediletta da grandi e piccini per scacciar via ogni male. È la mela annurca campana Igp (Indicazione geografica protetta), presente nella nostra regione da almeno due millenni. Del frutto dalla polpa bianca, fragrante e compatta, ma gradevolmente acidula e odorosa, vi è già traccia nei dipinti degli scavi di Ercolano, in particolare nella cosiddetta Casa dei Cervi, testimonianza dell’antichissimo legame di questo tipo di mela col mondo romano. Terra d’origine sarebbe, secondo la Naturalis Historia pliniana, il fertile agro puteolano. Secondo la leggenda, proprio a Pozzuoli, dove c’è il lago d’Averno, vi era il regno dell’Oltretomba. E della mela annurca si continua a parlare in pieno Cinquecento, quando Gian Battista Della Porta nel suo Pomarium scrive: “Le mele che da Varrone, Columella e Macrobio sono dette orbiculate, provenienti da Pozzuoli, hanno la buccia rossa, da sembrare macchiate nel sangue e sono dolci di sapore, volgarmente sono chiamate orcole”. [charme-gallery]Bisogna aspettare, tuttavia, circa tre secoli più tardi per leggere per la prima volta il nome di “annurca” nel manuale di Arboricoltura di G. A. Pasquale. La “regina delle mele”, che si distingue nelle due varietà annurca e rossa del Sud, ha un sapore, un gusto e un aroma inconfondibili. Una primizia che nasce in condizioni climatiche e ambientali particolari, che ne esaltano fragranza e “carattere”, rendendola inimitabile. Coltivata per lo più in terra campana, la maggiore concentrazione si ha nel Casertano, nel Beneventano e nel Napoletano, dove la produzione è di oltre 50.000 tonnellate l’anno. Le qualità della annurca, apprezzate soprattutto dai consumatori campani e laziali, si stanno diffondendo a poco a poco anche sulle tavole del centro-nord. Qualità che si devono alle virtù salutari del frutto: ricca di vitamine, fibre e minerali, l’annurca è particolarmente indicata per bambini e anziani ed è nota per le sue proprietà antiossidanti. Tra le tipicità della mela l’arrossamento a terra nei cosiddetti melai (piccoli appezzamenti di terreno un tempo rivestiti di canapa, oggi di paglia di cereali o trucioli di legno). L’Indicazione geografica protetta della melannurca campana è stata riconosciuta nel 2006, un anno dopo la nascita del Consorzio per la tutela, la vigilanza e la valorizzazione del prodotto, costituito a Caserta nel 2005.
Consorzio di tutela della Mela Annurca Campana IGP
Via G. Verdi, 29 – Caserta –
Tel. 0823 325144
www.melannurca.it