ll piacere di vivere, la raffinata bellezza delle pitture pompeiane, fatta di colti richiami letterari, immagini trompe-l’oeil di lussureggianti giardini, mosaici colorati, arredi e oggetti preziosi provenienti dall’Insula Occidentalis di Pompei, ma anche l’immagine devastante della morte “in diretta” di una famiglia che cerca riparo dalla catastrofica eruzione del Vesuvio. Un’emblematica testimonianza del gusto romano di vivere in fastose ed eleganti dimore raccontata dalla Mostra “Tesori sotto i lapilli. Arredi, affreschi e gioielli dall’Insula Occidentalis” aperta fino al prossimo 31 maggio all’Antiquarium degli Scavi di Pompei. L’esposizione è stata inaugurata dal direttore generale Massimo Osanna, insieme ai curatori responsabili.
L’intero percorso sbalordisce per i ricchi arredi e le pitture parietali che si possono ammirare. Appartengono a una delle case più note del grandioso complesso delle ville urbane dell’Insula Occidentalis (quartiere all’estremità occidentale della città antica) la Domus del “Bracciale d’Oro“, chiusa da decenni al pubblico e oggi non visitabile per interventi di restauro e valorizzazione che restituiranno l’intero complesso alla fruizione. Ma proprio quel bracciale d’oro che ha dato il nome alla casa, rappresenta oggi uno degli oggetti di maggiore valore e bellezza dei reperti dell’antica Pompei. Reso ancora più prezioso perché rinvenuto al polso di uno dei fuggiaschi il cui corpo, in questa mostra, è ridotto a un calco insieme al gruppo di persone che trovarono la morte nel tentativo di fuggire alla furia distruttrice del vulcano.
Il grande bracciale in oro pesa più di mezzo chilo (610 grammi) ed era indossato da una delle vittime che tentava di fuggire. Il gioiello è caratterizzato nella parte terminale da due teste di serpente affrontate che reggono tra le fauci un disco con il busto della dea Selene (Luna). La dea è una fanciulla con il capo coronato da una mezzaluna circondata da sette stelle e solleva le braccia per trattenere un velo rigonfio. Un altro fuggiasco portava invece con sé una cassettina in legno e bronzo con 40 monete d’oro e 175 in argento, anch’essa esposta. Al momento dell’eruzione del 79 d.C., due adulti e un bambino cercarono riparo nel sottoscala di uno degli ambienti di servizio della lussuosa Domus del Bracciale d’oro. Le vittime che in questo ambiente trovarono la morte, sono anch’essi esposti nella forma dei calchi in gesso ricavati durante gli scavi.
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