Napoli-Usa…andata e ritorno. La statua del “Tiberio di Napoli” continua a incantare i visitatori di Villa Getty di Malibu, vicino a Los Angeles, dove è ormai in mostra dallo scorso mese di ottobre e dove rimarrà esposta fino al prossimo 3 marzo. Danneggiato in seguito all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., il colosso di bronzo (due metri e mezzo di altezza per cinquecento chilogrammi di peso) raffigurante l’imperatore romano (14 – 37 d.C.) che amò soggiornare sull’isola di Capri, fu ritrovato, in maniera fortuita, nel 1741 durante i primi lavori di scavo nel sito di Ercolano.
Il capolavoro dell’arte romana, in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, si trova al Getty Museum – sede dell’unico museo archeologico negli Stati Uniti – perché è nel laboratorio di questa struttura che, nel 2012, furono avviati gli interventi di restauro sull’opera, terminati, poi, nell’autunno dello scorso anno.
La scultura è il fiore all’occhiello della mostra “Tiberio: ritratto di un imperatore“, organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e sotto gli auspici del Consolato generale d’Italia a Los Angeles.
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Il progetto è il secondo del Getty Museum in joint venture con Napoli dopo quello dell’Apollo Saettante di tre anni fa. Opera considerata di “eroiche proporzioni”, il “Tiberio di Napoli” non era esposto da decenni per problemi di debolezza strutturale della parte inferiore e della base. Riportare (dopo la fine del restauro) l’imponente scultura di bronzo nelle sale del museo americano è stato il primo obiettivo della collaborazione e per far questo i restauratori del Getty, che sono considerati tra i migliori al mondo, hanno realizzato un nuovo supporto interno che distribuisce in parti eguali i circa 500 chili di bronzo della statua.
Tiberio è stato anche ripulito completamente in modo da riportare alla luce la patina che probabilmente possedeva quando fu esposto per la prima volta al Museo Reale di Portici. Ora, ancora per un po’, incanterà i visitatori del museo statunitense. Poi, una volta a casa, potrà tornare a mostrarsi in tutto il suo antico splendore ai visitatori del Museo Archeologico di Napoli.