Un tesoro tutto da scoprire. E’ il complesso conventuale di Sant’Antonio, uno dei maggiori centri culturali dell’Agro Nocerino Sarnese, per la ricchezza e la rarità del patrimonio artistico custodito sotto le sue navate. Secoli e secoli di storia scolpiti nella “pietra viva” che meritano la più attenta e appassionata delle visite.
L’edificio, una vera e propria “cittadella religiosa“, si trova ai piedi del piccolo colle di San Francesco a Nocera Inferiore (Salerno) dove fu innalzato, alla fine del 1200, per volontà di don Pietro e don Guidone Filangieri esponenti di una nobile famiglia di origine normanna approdata nelle terre dell’Agro nel corso dell’anno Mille. Originariamente limitata alla sola chiesa dedicata al Santo di Assisi (che forse soggiornò proprio in quei luoghi, durante il suo viaggio in Terrasanta) e poi arricchitasi, successivamente, con l’aggiunta del convento, la cittadella dei frati francescani andò incontro, nel corso dei secoli, a diversi interventi di riqualificazione che non ne modificarono l’originaria impronta di stampo gotico che la rende unica nel variegato panorama dell’architettura religiosa campana. Uno in particolare, promosso dalla famiglia Carafa-Castriota Scandeberg, agli inizi del 1500, portò al rimaneggiamento del campanile, nella sua attuale forma quadrata partita in tre ordini, se non forse alla sua completa ricostruzione in sostituzione di quello precedente (lo testimonierebbe una delle tre campane, quella “grande”, che reca come data di prima fusione l’anno 1368). [charme-gallery]
Altri interventi, voluti da Alfonso Carafa (il cui stemma campeggia ancora oggi alla base di alcuni pilastri in tufo nocerino), furono compiuti nel corso del XVI secolo ed ancora in pieno clima di Controriforma, quando videro la luce il portico d’ingresso al piano terra, con il pesante portale in tufo grigio con arco a tutto sesto; la Sagrestia a ridosso del lato destro dell’abside (oggi sede dell’Arciconfraternita dell’Immacolata) e, in estensione ai due bracci del transetto della chiesa, le due cappelle dedicate a Sant’Antonio ed all’Immacolata Concezione. Lavori ci furono anche nel XVII e nel XVIII secolo fino alla soppressione del convento (avvenuta il 28 gennaio del 1808) che aveva subìto una profonda trasformazione prospettica, nel corso del 1500, diventando un tutt’uno con la prospiciente chiesa di San Francesco.
Con l’avvento del governo napoleonico, che considerava gli Ordini Religiosi una inutile e pesante sovrastruttura della Chiesa cattolica, l’intero complesso eretto ai piedi del colle di San Francesco fu costretto a chiudere i battenti. A questa sorte riuscì a scampare la sola chiesa che, dopo pochi anni e grazie agli sforzi dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, fu riaperta al culto (e profondamente modificata, tra il 1829 ed il 1831, grazie ai lavori di restauro condotti dall’architetto Giovanni Rosalba) mentre il resto dell’edificio si vide destinare prima a caserma militare, poi a dimora per i senzatetto.
Solo nel 1951, a 143 anni di distanza dalla soppressione, il convento tornò ai frati francescani che, a partire da quella data (era il giorno di domenica del 27 maggio 1951), si adoperarono non poco per il completo restyling della cittadella francescana creando, al suo interno, un vero e proprio “polo culturale” dedicato alla conservazione del ricco patrimonio artistico di cui era dotato il maestoso complesso. E che si trattasse di un patrimonio “ricco”, nonostante la spoliazione che pure era avvenuta negli anni in cui il convento era stato dichiarato “off-limits”, c’è poco da obiettare. Non ci credete? Allora seguiteci in questo “gran tour” virtuale nelle sale “dedicate” a Sant’Antonio. [charme-gallery]
Iniziamo dalla biblioteca “Sant’Antonio Dottore”, fiore all’occhiello della cittadella nocerina. Pensate: contiene un patrimonio librario di più di 16mila volumi, oltre ad antichi quanto rari testi manoscritti tra i quali spiccano due incunaboli del 1481-1482 stampati uno a Venezia, l’altro a Pavia e un preziosissimo codice miniato (composto tra la fine del 1200 e gli inizi del 1300) che “mette insieme” cinque libri di Decretali fatti raccogliere da Papa Gregorio IX (1227-1241). Dal 1965, inoltre, il convento è stato scelto anche come sede del Museo dell’Agro Nocerino Sarnese, accogliendo, nei locali interrati attigui alla biblioteca (vale a dire gli originari ambienti duecenteschi), parte dei numerosi reperti archeologici di età greco-romana provenienti dalle numerose campagne di scavo condotte, a partire dal 1957, nelle campagne dell’Agro. Ancora. Dal 1995, il plurisecolare edificio ospita una straordinaria Pinacoteca ricavata nelle due ampie sale di quella che un tempo era la “Scuola del Noviziato”.
E’ questo il luogo in cui fanno bella mostra di sé numerosi dipinti (per la maggior parte si tratta di olii su tavola) di noti artisti italiani e campani, risalenti al periodo tra il XVI ed il XVIII secolo, recuperati grazie all’opera di Padre Guglielmo Salierno, ma anche sculture e rare pergamene cinquecentesche. Tra i quadri, insieme con la “Madonna con Bambino tra i santi Bernardino e Aniello” dipinta nel 1567 da Pietro Negroni ed allo straordinario “Trittico” di Andrea da Salerno (opera del 1519), va segnalato un tondo del 1600 che ritrae la “Madonna col Bambino ed il piccolo San Giovanni“. L’opera sembra quasi una copia della “Madonna di Casa d’Alba” dipinta da Raffaello Sanzio tra il 1510 ed il 1511 ed oggi in mostra alla National Gallery di Washington. Un fatto, questo che confermerebbe la presenza, proprio nel convento di Sant’Antonio, fino alla seconda metà del ’600, del dipinto originale del grande maestro urbinate la cui arte finì per influenzare non poco il gusto e la cultura artistica locale (non a caso uno dei maggiori interpreti campani del classicismo raffaellesco fu Andrea Sabatini da Salerno alla cui bottega sono attribuite molte opere presenti nella Pinacoteca). [charme-gallery]
Da un punto di vista storico e da tempi antichissimi, l’edificio costruito ai piedi del colle di San Francesco, è risultato sempre al centro della vita culturale e religiosa della pianura dell’Agro-Nocerino: è stato, infatti, sede dei Parlamenti nocerini nonché dell’Archivio e della Biblioteca del Comune (poi distrutti da un incendio nel 1638). Ma ancor di più il suo nome si è legato a doppia mandata con uno degli episodi più discussi ed al tempo stesso drammatici della storia della Chiesa. Nel corso del XIV secolo, infatti, il convento di Sant’Antonio fu teatro della famosa “congiura dei cardinali” contro Papa Urbano VI, in quel momento assediato dalle truppe di Carlo III (da lui stesso chiamato in Italia per governare il Regno di Napoli al posto della regina Giovanna I) nel poco distante Castello del Parco (o collina di Sant’Andrea).
Le cronache del periodo raccontano che in una delle sale del convento (la stessa che oggi ospita i reperti del museo archeologico) si diedero convegno i porporati Marino del Giudice, Giovanni da Amelia, Adam Easton, Gentile di Sangro, Bartolomeo di Coturno e Ludovico da Venezia con l’intento di attirare il pontefice nell’edificio conventuale, qui deporlo, condannarlo al rogo per eresia e quindi eliminarlo. Il giorno fissato era il 13 gennaio 1385, ma il papa fu avvertito dal cardinale di Manuppello che apparteneva alla famiglia di Ramondello Orsini, amico fidato del pontefice, e che si era dissociato dalla congiura. Così quando i sei cardinali si recarono al castello per conferire con lui, li fece arrestare, torturare e quindi deporre sostituendoli con porporati a lui fedeli. Tutti i congiurati (con la sola eccezione del cardinale Easton, a favore del quale intervenne il re d’Inghilterra, Riccardo II) furono barbaramente giustiziati. La chiesa francescana di Nocera, nonostante avesse materialmente ospitato la congiura, risultò del tutto estranea alle trame dei cospiratori che forse agirono all’insaputa dei frati. Lo dimostra il fatto che, durante il suo soggiorno nella cittadina dell’Agro, Papa Urbano VI nominò l’allora padre guardiano del Convento, fra’ Francesco, vescovo di Nocera. [charme-gallery]
Convento S. Antonio
Piazza S. Antonio, 13 Nocera Inferiore (SA)
Info: tel. +39.081.5176351 (Convento)