Napoli si accinge a svelare un’altra porzione particolarmente ricca del suo straordinario tesoro: quella dell’area archeologica di Carminiello ai Mannesi, sito ancora poco conosciuto, situato a due passi dalla Cattedrale. L’appuntamento è per il 26 giugno e per il 10 luglio prossimi, date individuate per una doppia, imperdibile apertura straordinaria degli Scavi partenopei, con tanto di visite guidate.
Questo è quanto si legge cliccando sul sito del Comune di Napoli:
“Si comunica che nei giorni 26 giugno e 10 luglio 2015 saranno effettuate aperture straordinarie dell’area Archeologica di Carminiello ai Mannesi con orario 10.00 – 13.00 (ultima visita ore 13.00). E’ possibile effettuare prenotazioni telefoniche: 081.440942 (ufficio Scavi – dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00)”
Ma vediamo ora di conoscere un po’ di storia di questo sito situato proprio al centro della città e forse per tanti, tra i napoletani stessi, ancora poco conosciuto. Un sito venuto fortunosamente alla luce durante i bombardamenti dell’ultima Guerra.
La nostra fonte per i riferimenti storici, in questo caso, sarà il sito www.archemail.it
Leggiamo assieme cosa scrivono sui resti rinvenuti più di mezzo secolo fa a due passi da Via dei Tribunali.
“… L’area archeologica di Carminiello ai Mannesi è situata all’interno del centro antico di Napoli, occupando parte di due insulae della città greco-romana di Neapolis”…
“… Le insulae di Carminiello ai Mannesi erano delimitate dalle plateie mediana (altezza Via Tribunali) ed inferiore (altezza Via Vicaria Vecchia) e da due stenopoi (Via Duomo e Vico Zuroli) ed erano suddivise da un ulteriore stenopos, oggi non più esistente. L’area scavata e visibile attualmente è soltanto una parte del complesso che si estendeva per circa 700 mq.” …[charme-gallery]
“… L’area di Carminiello ai Mannesi, fin dalla fondazione, venne inquadrata secondo lo schema tipico di costruzione con una serie di terrazzamenti discendenti verso il mare. La riprova di ciò viene dal rinvenimento di strutture in blocchi di tufo lungo il perimetro del complesso. L’unica traccia della frequentazione più antica è data dal rinvenimento, avvenuto negli anni ’60, dei resti di un tempietto risalente al V sec. a.C. e poi rifatto nella prima età imperiale.”..
“… Una prima chiesetta venne impiantata nella zona nel corso dell’alto medioevo e nel corso del cinquecento la stessa venne inglobata nella Chiesa di Santa Maria del Carmine ai Mannesi, poi rinomata del Carminiello per le sue ridotte dimensioni. Quanto al toponimo “Mannesi”, esso si riferisce a tutta quest’area nella quale vi lavoravano costruttori e riparatori di carri. Nel 1943 l’area venne bombardata e la chiesa, insieme agli edifici circostanti, vennero distrutti mettendo in luce i resti dell’area archeologica”…
“..Uno scavo sistematico venne effettuato negli anni 1983-84 (di recente pubblicazione), ma bisogna aspettare soltanto il 1993 perché l’area, sottoposta a sequestro giudiziario, sia finalmente restituita alla fruizione dei visitatori. L’area archeologica di Carminiello ai Mannesi può essere suddivisa in quattro parti principali: ambienti adibiti a magazzini nel livello –seminterrato – ambienti residenziali al livello superiore – il complesso termale su due livelli -il mitreo, ambiente destinato al culto del dio Mitra”.