Organismi cibernetici, mutanti, valchirie aggressive e poco vestite, schiere di robot e un ridottissimo esercito di umani prodotto in laboratorio. “Trasloca” a Napoli, dal 5 giugno fino al 28 giugno, negli spazi del Pan di via dei Mille, dopo aver fatto tappa a Merano e Bologna, “Sendai City. Alla fine del futuro”, mostra di Marco Bolognesi curata da Valerio Dehò e Massimo Sgroi, che vede protagonista la città-mondo, cyberpunk e visionaria, creata dall’artista emiliano attivo tra l’Italia e l’Inghilterra.
L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, è un percorso articolato e interattivo, in cui il visitatore entra fisicamente in Sendai City, città postmoderna e ipertecnologica creata da Bolognesi in dieci anni di ricerca e sperimentazione, un mondo metafisico alternativo, governato da un’intelligenza artificiale e sospeso tra passato e futuro, in cui l’artista racconta le contraddizioni del nostro presente in un mix psichedelico.
Lungo il percorso espositivo al Pan, sarà possibile incontrare l’astronave “Mock up”, una selezione di foto tratte dalle serie “C.O.D.E.X. blue” (2008), “Geiko” (2008) e “Babylon Federation” (2008 e 2014), due opere della serie “Mutantia” e una serie di pastelli su carta realizzati con un collage di ritagli tratti da vecchi film di fantascienza.
Il Bomar Universe, ovvero l’Universo di Bo(lognesi) Mar(co), pone il visitatore davanti a un interrogativo sociale ed esistenziale sulle trasformazioni quotidiane dovute al progresso. Bolognesi si chiede in cosa l’umanità si stia trasformando e di quale futuro stiamo parlando. L’esposizione delle opere, attraverso un percorso che si snoda tra installazioni, video, fotografie, disegni, collage, si trasforma in questo modo in uno studio sul potere della tecnologia e sull’impatto che la stessa ha sulla globalizzazione. Sendai City è la città del futuro, un futuro in cui stiamo vedendo la fine. È il futuro di Marco Bolognesi, in cui le multinazionali governano il mondo, la macchina vince sull’uomo, e non si distingue più cosa è reale da cosa non lo è, in cui si aprono grandi interrogativi sul ruolo della tecnologia e della manipolazione genetica.