Il brand “Irpinia” alla conquista di Vinitaly 2014. Il presidente della Camera di Commercio di Avellino, Costantino Capone, annuncia a Napoli, nell’aula magna del centro Eccellenze Campane, la decisione di riservare alle aziende vitivinicole del territorio avellinese un proprio stand espositivo di circa 1.500 metri quadri, negli spazi riservati al Salone Internazionale del Vino (giunto quest’anno alla quarantottesima edizione), in programma dal 6 al 9 aprile nel complesso fieristico di Verona.
Una svolta a dir poco epocale dal momento che, per la prima volta dopo 18 anni di convivenza con le altre imprese campane, gli imprenditori irpini cammineranno da soli mettendo in mostra il proprio prodotto d’eccellenza all’interno di un padiglione interamente dedicato ai tesori della terra irpina. Con tanto di logo ad hoc. E un nutrito calendario di eventi che prevede il coinvolgimento di giornalisti ed esperti di massimo rilievo dell’enogastronomia italiana come Moreno Cedroni, Simone Fracassi e Alberto Marcomini.
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Settanta le aziende che si accingono a sbarcare in Veneto per presentare il loro straripante e inebriante “nettare degli dei” alla qualificata platea del Vinitaly: una nutrita rappresentanza di realtà e consorzi che fanno del vitivinicolo irpino uno dei settori trainanti dell’economia campana.
“La scelta di presentarsi da soli – spiega Capone – nasce dalla vocazione del territorio. L’Irpinia, infatti, non ha le grandi vocazioni turistiche di Napoli o Salerno, ma è comunque dotata di un grande patrimonio ambientale che va sfruttato al meglio”.
Un territorio che non a caso detiene il primato e l’unicità delle quattro DOCG della Terra Felix con il Taurasi, il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, il Greco di Tufo Spumante ed ancora una DOC con il Vino Irpinia. “Proprio per questo – prosegue Capone – miriamo a creare una strategia di sviluppo che valorizzi al massimo le risorse migliori del territorio e il vino, appunto, è una di queste”. “Il vino – prosegue il presidente della Camera di Commercio di Avellino – può essere ambasciatore di questo messaggio, affinché i mercati esteri, sia quelli cosiddetti maturi (Usa, Giappone, Europa continentale) sia quelli dei paesi emergenti (Cina, Europa dell’Est, America del Sud), da sempre innamorati del ‘made in Italy’, capiscano che dietro quella che noi chiamiamo bottiglia opera una realtà territoriale viva che da sempre punta sulla qualità”.
Il presidente dell’ente camerale irpino è convinto che per aumentare il mercato delle esportazioni e dunque dare scacco matto alla crisi, le imprese abbiano bisogno di essere sostenute attraverso una buona strategia di marketing e di comunicazione, “ma questa – sottolinea ancora – non deve essere la linea guida del solo ente camerale, bensì anche della Regione Campania. L’impresa, infatti, resta l’unica risposta forte, l’unica chance che ci resta per uscire dalla crisi perché rappresenta anche l’unica realtà veramente in grado di creare forza lavoro”. “Occorre, tuttavia, capire – conclude Capone – che esistono delle differenze tra un territorio e l’altro e che non si può pensare di progettare il rilancio di una provincia illudendosi che quello che va bene per una città, sia giocoforza valido anche per l’altra. L’Irpinia ha bisogno di politiche diverse rispetto a Napoli, Salerno o Caserta”.