Con lungo applauso si è chiusa la terza serata di “Schermo Napoli”, sezione dedicata ai documentari all’interno del Napoli Film Festival. L’ultimo film in rassegna è stato “Enzo Tortora – una ferita italiana” del regista Ambrogio Crespi, prodotto dal Gruppo DataMedia. “Ringrazio il Napoli Film Festival per avermi invitato e per aver dato al film uno spazio così importante e prestigioso” ha commentato Crespi. “Uno spazio non solo di immagine ma soprattutto di sensibilità e di ricordo da trasmettere alle nuove generazioni. Una sensibilità che il Festival del cinema di Roma non ha avuto” ha aggiunto, con una vena polemica, il regista. “Quello di stasera (ieri per chi legge, ndr) è stato un momento per ricordare un uomo, Enzo Tortora, la sua famiglia e il suo caso giudiziario, forse tra i più eclatanti in Italia”. “Essere qui – ha proseguito Crespi – significa tributare un altro grande riconoscimento al film e alla memoria di Tortora che da quella vicenda giudiziaria ne uscì fuori distrutto”. “Un caso – ha concluso – che aprì un serio dibattito sulla giustizia e sui pentiti che ancora oggi, a distanza di oltre trenta anni, non si è concluso. Credo che il dovere di ognuno di noi sia quello di trasmettere, con il proprio esempio e con la propria vita, un ricordo. E mi auguro davvero che con questo film sia riuscito a mantenere viva la memoria e la storia di Enzo Tortora”. Insieme al film di Crespi sono stati presentati i lavori di Giacomo Fabbrocino, “Christian Leperino: Landscapes of Memory” e il documentario sulla Terra dei Fuochi di Thomas Wild Turolo dal titolo “Ogni singolo giorno”.