Museo Archeologico, record di 613 mila visitatori (e molti altri risultati). Giulierini candidato alla riconferma

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Il direttore Paolo Giulierini con Antonella Carlo (responsabile comunicazione) durante la conferenza stampa del Mann( ph. Giorgio Albano)

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann, in sigla) chiude il 2018 con il record storico di visitatori. Nel suo penultimo anno di mandato (la nomina scade il prossimo mese di settembre), il direttore Paolo Giulierini e il suo staff sono riusciti ad attrarre 613.426 visitatori, di cui circa il 20% ha attraversato le porte del museo nelle 12 domeniche ad accesso gratuito. La crescita di presenze rispetto al 2017, anno in cui furono staccati 529.799 biglietti, è stata del 15,8 per cento e superiore al 35 per cento rispetto al 2016 (452.531 ticket).

E’ dunque soddisfatto, quasi raggiante, il direttore toscano che parla un fluente inglese,  un eccellente francese e ormai anche un po’ di napoletano. E, in una affollata conferenza stampa, snocciola una serie di traguardi raggiunti e obiettivi da conquistare a breve, che farebbero sprizzare di invidia anche a qualche super pagato manager di una qualsiasi multinazionale. Un piccolissimo esempio: in soli 40 giorni di lancio, l’abbonamento “OpenMann”, card che è un unicum tra i musei autonomi nazionali, ha incassato 3.728 adesioni, “segno che la gente e i napoletani vogliono sostenere e vogliono venire spesso al Museo”, afferma Giulierini, da poco eletto da Artribune come il “migliore direttore di museo del 2018” (lo scorso anno la testata specializzata aveva già nominato il Mann “migliore museo italiano”).

QUARANTA MILIONI DI LAVORI FINALMENTE IMPEGNATI
In questo primo mandato, il giovanile cinquantenne nato sotto il segno dell’Acquario e grande esperto di Etruschi (forse per questo la sua nomina non fu tanto osannata dall’intelligentia di stampo conservatore e “archeologica”, in molti sensi) è riuscito a impegnare 40 milioni di euro di fondi pubblici destinati al Museo e altri 30 li ha sbloccati per il Parco dei Campi Flegrei, che dirigerà ad interim per altri otto mesi. Che ne ha fatto di questa corposa dotazione pubblica? Presto detto. Coadiuvato da una équipe che si è dedicata oltre misura a redigere e rendicontare bene i progetti, ha semplicemente rilanciato, ammordernato, ristrutturato e programmato di rendere fruibile il Museo in ogni suo anfratto e in ogni suo aspetto, anche dal punto di vista della comunicazione e delle relazioni con il territorio. Risultati che, promette, si vedranno in tutta la loro interezza al massimo entro due anni, ovvero dopo la scadenza del suo mandato (settembre 2019). Effetti visibili che, nel caso a ottobre non fosse riconfermato, qualcun altro porterà a casa.

TANTI FATTI E ALTRETTANTE PROMESSE A BREVE
Quindi Giulierini mette le mani avanti, anzi mette il cappello sulla sedia (anche se afferma il contrario). E lo fa annunciando risultati raggiunti e cantierati. “Il 2019 è l’ anno del nuovo Mann e nel 2020 Napoli avrà il suo Museo Archeologico come da oltre 50 anni nessuno l’ha mai visto“: proclama con cipiglio, orgoglio, determinazione e fermezza il dirigente ministeriale di seconda fascia. Eh già, perché l’Apparato pubblico non considera il Mann alla stessa stregua di Capodimonte, che è di prima fascia. Perché? Boh!

E’ un fatto che il cosiddetto Braccio Nuovo del Museo Archeologico Nazionale erano venti anni che non si completava e ora, dopo tre anni sotto la guida di Giulierini, i lavori sono quasi del tutto conclusi. Qui, entro l’autunno, promette, sarà inaugurato l’Auditorium e  una sezione tecnologica dedicata all’antica Pompei. Il 30 maggio sarà finalmente riaperta la sezione della Magna Grecia, dove saranno esposti oltre duecento reperti in terracotta e cento in bronzo (finora nascosti nei depositi) che gli abili restauratori del Museo (sono ancora pochi ma si danno da fare) stanno preparando in questi giorni all’esposizione. A giugno invece sarà la volta dell’apertura della sezione Preistoria.

E’ un fatto dichiarato nelle tabelle presentate dal Mann che solo nel 2016 il museo aveva meno della metà degli spazi espositivi permanenti aperti al pubblico. E’ una promessa, contenuta nelle stesse tabelle, che entro il 2020 tutti i 14.616 metri quadrati destinati alle esposizioni saranno utilizzati, così come tutti i 3.190 metri quadrati di giardini saranno usufruibili. “Dopo l’esito dei ricorsi tra i partecipanti al bando, avremo tra qualche mese anche una caffetteria, così ci potremo prendere finalmente un caffè e gustare i prodotti tipici della tradizione napoletana”, chiosa Giulierini con un po’ di acquolina in bocca e provocando qualche risata. Ma poi riparte e attacca con un’altra idea, forse la più azzardata: “La zona del Museo deve essere chiusa al traffico, iniziamo con le auto private”. Dice di averne parlato con il Comune, ma almeno questo suo progetto sembra davvero di difficile concretizzazione.

RICONFERMA PER VALUTAZIONE MINISTERIALE
Resterà anche dirigente di seconda fascia, ma Giulierini al Mann ci vuole proprio restare. Per altri quattro anni. E lo dice apertamente, con la trasparenza e la simpatia del toscanaccio: “Spero di essere riconfermato, solo un mandato è poco per portare a termine il progetto”. Ma non dipende da lui. La procedura – come ben illustra un articolo di Susy Martire (clicca qui) – prevede che, nel caso di risultati ritenuti soddisfacenti dal Ministero dei beni culturali, i dirigenti scaduti si vedranno riconfermati nel loro mandato senza concorso. Almeno così ha dichiarato di recente il ministro Alberto Bonisoli. Tutte le candidature (presentate entro il 22 dicembre scorso) saranno però valutate da singole commissioni ministeriali, formate da cinque esperti. Le commissioni proporranno una terna di candidati per ogni istituto museale autonomo. Per gli istituti di prima fascia (come Capodimonte, Pompei e Reggia di Caserta), le terne saranno sottoposte al ministro Bonisoli: sarà lui che deciderà a chi affidare (o riaffidare) l’incarico. Invece, per gli istituti di seconda fascia (come Mann e Campi flegrei) sarà Antonio Lampis, direttore generale dei musei del ministero e direttore ad interim della Reggia di Caserta, a decidere tra i nomi della terna selezionata.

Sotto la lente delle commissioni per la riconferma ci saranno dunque i risultati conseguiti dai dirigenti, al Museo Archeologico Nazionale come in qualsiasi altro istituto museale autonomo. Quindi chi pensa di aver fatto bene, non può che mettere giustamente in vetrina il suo operato e programmare la crescita del museo, che è poi quello che conta. Anche per Giulierini. “I risultati non dipendono dagli uomini, bisogna fare una programmazione svincolata dalla persone. E’ la macchina museo che deve funzionare” afferma schernendosi, forse anche un po’ malcelatamente. Anche perché è evidente che non può essere così, in qualsiasi mestiere e settore. La macchina, l’apparato, la struttura sono infatti sempre composte da persone: alcune le devono guidare dando le direttive, altre le devono far funzionare. Finanche la burocrazia sembra se ne sia accorta e finalmente pare decisa a valutare efficienza, efficacia, capacità e risultati degli uomini messi tre anni fa in prima linea a risollevare le sorti dei musei e dei parchi archeologici italiani. Un patrimonio che tutto il mondo ci invidia.

In un prossimo articolo, tutto il programma di mostre ed eventi del Mann.