Nel ventre di Napoli le armi delle Quattro Giornate

3397

Quante volte ci è capitato di camminare per le affollate vie di Napoli e calpestare distrattamente anni di storia, senza neanche rendercene conto?
Sì perché, per quanti ancora non lo sapessero, gli affascinanti meandri del sottosuolo nascondono ben 800, tra grotte e cave, per circa un milione di metri cubi di superficie.

Ed è qui, nell’antro degli antichi cunicoli partenopei che, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, i napoletani ricavarono un rifugio sotterraneo a prova di bomba. Qui, in corrispondenza di via Broggia, tra via Pessina e via Costantinopoli, nel cuore del centro storico cittadino. Lo stesso luogo oggetto, nei giorni scorsi, di un’inattesa…scoperta.

A farla è toccata agli speleologi della “Macchina del tempo” che hanno portato alla luce non solo un autentico pezzo di storia napoletana, ma anche un piccolo arsenale.
Per la precisione, il team di esperti, scavando sotto terra, ha rinvenuto due moschetti M91/38, con tanto di baionette e proiettili.

Ma non è finita qua. A pochi metri dai fucili, è stata trovata, infatti, anche un’incisione sul muro sui cui è scritto: “Marmo Felice, artigliere Battaglione 815”, e sotto un’altra iscrizione che ne chiarisce, con ogni probabilità, il ruolo: “Sottufficiale scorta convoglio Secondigliano”.

[charme-gallery]

Dunque tutto fa pensare che quei moschetti siano potuti appartenere proprio al misterioso sottufficiale di cui sopra, il quale, con buona probabilità, li aveva nascosti nel rifugio durante la rivolta delle Quattro giornate di Napoli, divampata in città tra il 27 e il 30 settembre 1943, contro le truppe di occupazione tedesca. Magari, chissà, il soldato Marmo Felice le aveva nascoste là sotto proprio per non farle finire nelle mani dei nazisti, oppure perché voleva utilizzarle contro le truppe della Wermacht, una volta dilagata la battaglia.

Insomma sembra proprio che il passato torni prepotentemente a galla attraverso una serie di tracce piuttosto precise, accreditate ulteriormente dalla presenza di taniche di benzina con l’incisione Us Army, dalle macerie dei palazzi ridotti in polvere dalle fortezze volanti che sono ancora presenti alla fine della lunga scalinata che conduce direttamente nei corridoi segreti della città.