Scavi di Pompei, riportate alla luce un’urna infantile e la tomba di una sacerdotessa

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Una sepoltura infantile di un neonato tra i 3 e 6 mesi di vita e una tomba monumentale che potrebbe essere di una sacerdotessa di Cerere. E’ quanto emerso negli Scavi di Pompei nel corso di una campagna di archeologia “della morte”, condotta nel mese di agosto da una missione congiunta della British School at Rome, de l’Ilustre Colegio Oficial de Doctores y Licenciados en Letras y Ciencias de Valencia y Castellòn – Departamento de Arqueologia, del Museo de Prehistoria e Historia de La Diputación De Valencia, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, che ha indagato alcune sepolture poste all’esterno di Porta Nola (dove si accede dall’area dell’Anfiteatro seguendo un sentiero che costeggia il limite dell’area archeologica, appena sfiorato dai binari della Circumvesuviana). Nel corso degli scavi sono state rinvenute, infatti, urne cinerarie nella tomba di Obellio Firmo e ai piedi della mura, tra cui anche una delle rarissime urne infantili (fino al I secolo dopo Cristo, infatti, i defunti venivano inceneriti, tranne i neonati ancora senza denti, che erano inumati). Inoltre, sono stati rimessi in luce il trivio che si dipartiva dalla porta urbica ed il piano di calpestio di una tomba monumentale a schola appartenuta forse ad una sacerdotessa di Cerere. Infine sono stati ritrovati frammenti di osso lavorato, che decoravano il letto funebre su cui fu incinerato uno dei defunti e si è portato avanti lo studio dei circa 15 individui morti presso la necropoli di cui furono realizzati i calchi negli anni ’70.